
Promuovere la cultura della legalità
Data: 09/02/2023

di Valeria Iannuzzo
“Usate le parole per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha.”
Si è parlato di legalità, di giustizia, di rispetto delle regole, di cittadinanza attiva. Si è parlato di questo e di molto altro ancora, lo scorso 2 febbraio al “Roncalli” di Grotte e Comitini. Nell’atrio del Plesso Orlando, il Maggiore Luigi Pacifico, comandante della compagnia di Canicattì, e il Maresciallo Maggiore Alfonso Contrafatto, comandante della compagnia di Grotte, hanno incontrato gli studenti delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado del nostro istituto per promuovere la cultura della legalità.
Un evento particolarmente atteso dai nostri studenti, sia per i temi di interesse trattati, sia per il fascino e la professionalità che i relatori incarnano.
L’incontro sulla Legalità per la nostra scuola rappresenta, ormai da anni, un appuntamento da non mancare, che consente anche agli studenti più introversi di porre domande, chiarire dubbi, soddisfare curiosità.
L’incontro avviato con la proiezione di un video informativo sul ruolo, le funzioni, i diversi comandi e reparti che operano nell’ambito territoriale, ha assunto subito le caratteristiche di una bella e sana conversazione in cui gli ospiti si sono subito calati nel contesto per condividere con gli studenti quanto di bello e importante questa professione possa e debba offrire alla comunità.
Che concedere qualcosa di se stessi sia il primo passo per catturare l’interesse dei propri interlocutori, gli esperti della comunicazione lo sanno bene. Così, per accorciare le distanze, che spesso i luoghi comuni vedono le Istituzioni o i loro rappresentanti come soggetti distanti o inarrivabili, il Maggiore Luigi Pacifico ha raccontato subito agli studenti dei frammenti, quelli sicuramente più importanti, della sua esperienza personale come carabiniere, a partire dal momento in cui è arrivato a Palermo nel lontano settembre 1993, mese in cui è morto Don Pino Puglisi. Anni funestati quelli 90 da stragi di mafia passate alla storia, che hanno scosso fortemente l’opinione pubblica, avviando un processo di cambiamento nelle giovani generazioni. Dalla cronaca, dai fatti, dagli omicidi di mafia conosciuti al grande pubblico, il Maggiore Pacifico è partito per parlare di legalità e per sottolineare cosa sia l’illegalità, dove spesso si celi e quale sia il nostro compito quali cittadini attivi nel contrastarne ogni forma ed espressione. Come da programma si è parlato anche di droghe, della diffusione di nuove droghe, della solitudine dei ragazzi.
“Questo fenomeno – spiega Pacifico – non è soltanto relegato allo sballo del sabato sera, o all’interno di feste, ma si consuma anche in solitudine nella stanzetta di un qualsiasi martedì pomeriggio.”
E poi, si è parlato di mafia, del ruolo dei pentiti di mafia, dell’aiuto che hanno dato nell’individuare i mandanti delle stragi e a capire come funzionino e si riassettino gli ingranaggi di questa organizzazione.
La presenza preziosa del Maresciallo Maggiore Alfonso Contrafatto all’incontro ha esplicitato, inoltre, l’idea di come i carabinieri si relazionino direttamente con i cittadini nel nostro territorio e quanto siano vicini a ciascuno di noi compiendo quotidianamente un servizio prezioso ed indispensabile per la popolazione.
L’attenzione e l’interesse che hanno caratterizzato questa prima parte dell’incontro si sono via via amplificate durante la seconda parte, dove gli studenti sono diventati veri e propri protagonisti.
Si dice spesso, troppo spesso, che i nostri giovani non manifestino curiosità, interesse, desiderio di conoscere. L’incontro con i carabinieri ha dimostrato, a chi la pensa in questo modo, che non è assolutamente vero.
Un fiume di domande ha travolto i due ospiti che hanno risposto con chiarezza e semplicità a tutti.
Nelle domande degli studenti è emerso prepotentemente il bisogno di vivere e respirare la legalità e la giustizia in ogni contesto sociale, a partire dalla scuola sino ad arrivare ai tribunali. Ma i giovani sentono forte anche il bisogno di sentirsi sicuri e liberi anche quando esprimono il loro pensiero, magari pubblicando un selfie con su scritto “La Mafia fa schifo”. Ma soprattutto chiedono come possono scardinare il pensiero, troppo radicato, che fatta la legge sia in qualche modo possibile trovare il modo per aggirala. E poi hanno parlato di mafia, quella raccontata dai media, ma anche dai social, dove i giovani vivono la maggior parte del loro tempo. Ma come si fa a contrastare la mafia nella vita reale?
E per calare nella realtà quotidiana dei nostri studenti il concetto di legalità il Maresciallo Maggiore Contrafatto ha spiegato quali possano essere i comportamenti più giusti da mettere in atto anche all’interno di un piccolo paese come Grotte.
“Alla fine non bisogna fare grandi cose, basterebbe comportarsi bene anche sul motorino o sulla bicicletta per rendere i ragazzi cittadini rispettosi della legalità”.
A tutte queste domande e tante altre ancora i due ospiti hanno risposto con le parole giuste senza tanti giri, riservando a ciascuna lo spazio e l’attenzione necessaria.
Ma alla fine ciò che è rimasto impresso in maniera indelebile nella memoria dei nostri studenti è il leitmotiv che il Maggiore Luigi Pacifico ha lanciato ripetutamente durante l’incontro: “Usate le parole per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha”, parole riprese dal discorso che il professore Pietro Carmina aveva indirizzato ai suoi studenti.
All’incontro erano presenti le professoresse di Lettere Accursia Vitello, Carmela Tirone, Mary Terrana e Lia Forte, che hanno preparato e coordinato gli interventi degli studenti.
L’incontro è stato introdotto e moderato dal dirigente scolastico, la professoressa Antonina Ausilia Uttilla.